martedì 12 febbraio 2008

Gordon Matta-Clark at Museum of Contemporary Art in Chicago



Giorni di neve a Chicago, temperature glaciali intorno ai meno quindici gradi ....l'occasione per vedere una mostra al museo di cui sopra..bello, bene organizzato e vivace, in una Chicago smagliante di luce...col lago immenso e ghiacciato alle spalle

Un artista che ha colpito per originalità sia me che Heta, la mia neo amica finlandese

Il suo modo ribelle tipicamente sessantottino di vedere con occhi libero ciò che di solito si vede con occhio convenzionale è stato per me di grande ispirazione.
Se per tutti un edificio è come è stato pensato dall'architetto che lo ha fatto, per lui era luogo in cui apportare modifiche radicali in favore di una visione fantasiosa come quella che forse solo un bambino sa avere.
Ed ecco allora che inventava e realizzava tagli profondi alla struttura, agendo a mano con sega e trapano, a formare incisioni e tagli, asportando pezzi enormi e svelando sezioni interne dell'edificio che non si erano mai viste da fuori...e in più da dentro era possibile vedere oltre i muri nuovi aspetti dell'esterno che non erano mai stati permessi.
Andava coraggiosamente occupando vecchi palazzi in disuso e nottetempo li segava...è stato più volte arrestato per questo.
Qualcuno , intuendo la sua capacità, gli ha poi offerto edifici da tagliare legalmente...uno è stato proprio il museo di Arte Contemporanea di Chicago, che aveva comprato un lotto che intendeva demolire e prima di farlo lo ha invitato, come dire, a fare prove di anatomia, che sono state documentate fotograficamente.Peccato che fosse un inverno “bittery cold”... deve aver preso un freddo orrendo, specialmente quando segava il tetto!
Un altro committente illuminato, udite dite, è stato un genovese! Gli ha offerto un edificio abbandonato del porto, di cui nulla sappiamo, tantomeno se sia mai stato visitabile...ma ho visto le foto degli anni settanta in bianco e nero, chissa dov'è, se c'è ancora....che onore, nella nostra città apparentemente chiusa, trovare un mecenate incognito e modernista.
Il nostro artista non andava a distruggere cose nuove, agiva sul vecchio in demolizionee ed era totalmente dedito alla distribuzione equa degli alloggi ai poco abbienti di New York (fra cui lui stesso medesimo) e al recupero dei quartieri “storici”, era contro la ricostruzione che ne avrebbe snaturato il carattere originale.

Un altro aspetto era quello del sogno e del gioco. Memorabile il video di lui con gli amici che salgono su alberi immensi con scalette di corda e oscillano per ore, e poi si crogiolano entro reti bianche appese ai rami, veleggiano nella nebbia.
Una volta abbiamo fatto qualcosa del genere, almeno come spirito, sul Monte Fasce...quell'atmosfera nebbiosa e creativa, condivisa tra tanti amici, non la dimenticherò mai.

Era, Gordon Matta, anche dedito alla segnalazione di problemi ambientali: aveva creato un carretto con maschere ad ossigeno per i passanti del centro di NY.
Un' altra volta , per indagare la trasformazione e il reciclo dei materiali, aveva demolito il suo amato pick -up rosso e aveva filmato la sua asportazione alla rottamazione.

E' morto presto; per avere solo trentotto anni avrebbe avuto ancora tantissimo da dire.
Un omaggio alla sua genialità, con l'affetto di una neo ammiratrice
Maura

Nessun commento: