giovedì 29 luglio 2010

India - impressioni

foto by Maura

Il nostro viaggio in India di maggio ha preso origine da un'ottima occasione: il matrimonio di due amici di New York. Lo sposo,originariamente indiano, è figlio di un esperto di iconografia ed estetica induista.
Che beata ingenuità da parte mia pensare come prima cosa alla magia della cerimonia induista in Rajastan, ai tre giorni di banchetti, ai sari....
Pur avendo preparato il viaggio con letture e documentazione adeguata, dato che avremmo girato varie regioni, il paese si è rivelato comunque molto al di là della mia immaginazione!
Per degli occidentali come noi, con tutti i principi etici ma anche i sensi di colpa dell'Occidente nel cuore, difficile dire se un paese come questo ci può piacere, senza ridiscutere il concetto stesso di "piacere".
Se "piacere" significa che apprezzeremo visivamente le bellezze del luogo, sicuramente si.
Ma dalle bellezze bisogna chirurgicamente asportare il perpetuo degrado che le avvolge!
Se valutiamo la società e la vita quotidiana a cui si assiste, beh, la risposta è che non ci possono piacere.
Se aggiungiamo le sensazioni corporee (temperatura 48°C, umidità 100%), l'olfatto (miasma incontenibile), l'udito (traffico) ci sono momenti da fuga.
L'India del 2010 mi è sembrata tuttora quella descritta da Pasolini cinquant'anni fa. Un pò meglio o un pò peggio. Le mucche sono ancora scheletri ambulanti, i bambini sono ancora magrolini, non mi si dica che stanno ormai tutti bene. Molta gente dorme ancora per strada, il randagismo dei cani e dei gatti strappa quel poco di cuore che ti resta. Certo non ho mai visto, come anche lui ha scritto, tristezza sui volti delle persone. E non ho avuto modo di sentirmi triste a mia volta, per il grande ammontare di stimoli continui a cui ero sottoposta.



Forse ci tornerò un giorno, per vedere più da vicino quello che mi è sembrato un tutto affascinante e terribile.
Paradiso e inferno uniti insieme su questa terra.
Di sicuro lì c'è qualcosa che da noi è perso.
Ma al momento della partenza, non mi è dispiaciuto sapere che casa mia era altrove...
 
Maura

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