sabato 31 luglio 2010

e'giunto il momento per un piccola pausa estiva, ci vediamo tra qualche giorno........

giovedì 29 luglio 2010

Bruce Mau

Carissimi,
eccovi un testo interessante da leggere mentre vi crogiolate al sole della nostra riviera.....
Bruce Mau e' un famoso designer, inventore e scrittore, nel 1998 pubblico' questo Manifesto (incompleto) per la crescita che contiene riflessioni, strategie e motivazioni personali.

1. Lasciate che gli eventi vi cambino. Dovete avere voglia di crescere. La crescita è differente da qualcosa che vi accade. Voi producete la crescita. Voi vivete la crescita. Il pre-requisito della crescita: l’apertura per fare esperienza degli avvenimenti e la volontà di venire modificati da essi.

2. Scordate ciò che è buono. Il buono è una quantità nota. Il buono è ciò con cui siamo in accordo. La crescita non coincide necessariamente con il buono. La crescita è un’esplorazione di oscuri recessi che possono oppure possono non essere utili alla nostra ricerca. Finché vi attenete al buono non sperimenterete mai una crescita reale.


3. Il processo è più importante del risultato. Se è il risultato a guidare il processo allora arriveremo sempre dove già eravamo. Se il processo guida il risultato potremmo non sapere dove stiamo andando, ma sapremo che vogliamo arrivarci noi.


4. Amate i vostri esperimenti (come amereste un figlio brutto). La gioia è il motore della crescita. Sfruttate la libertà di organizzare il vostro lavoro come una serie di esperimenti meravigliosi, procedimenti, ricerche, tentativi e errori. Prendetevela comoda e permettetevi il gusto di gioire per ogni sbaglio quotidiano.


5. Andate in profondità. Più andate in profondità e più avrete la possibilità di scoprire qualcosa che vale.


6. Concentratevi su ciò che va storto. La risposta errata è una risposta giusta per una domanda differente. Collezionate le risposte errate come parte del processo. Ponetevi domande differenti.


7. Studiate. Lo studio è un luogo di studio. Approfittate delle necessità della produzione come scusa per studiare. Ognuno ne trarrà beneficio.


8. Lasciatevi portare dalla corrente. Permettetevi di divagare senza scopo. Esplorate le adiacenze. Sospendete il giudizio. Posticipate la critica.


9. Cominciate da qualunque luogo. John Cage dice che non conoscere da dove partire è una delle forme più comuni di paralisi. Il suo suggerimento: cominciate da dove volete.


10. Ognuno è leader. La crescita accade. Qualora accadesse bisogna permetterle di accadere. Imparate a seguire quando serve. Lasciate che ognuno comandi.


11. Raccogliere idee. Rielaborate le applicazioni. Le idee hanno bisogno di un dinamico, fluido, generoso ambiente per sostenere la vita. Le applicazioni, d’altro canto, beneficiano del rigore critico. Producete un elevato tasso di idee applicate.


12. Muovetevi. Il mercato e le sue operazioni hanno la tendenza di ribadire il successo. Resistete a ciò. Lasciate che gli insuccessi e la migrazione siano parte della vostra pratica.


13. Rallentate. Desincronizzatevi dal tempo standard e sorprendetevi delle opportunità che si presenteranno da sole.


14. Non siate alla moda. La moda è una paura reazionaria con l’abito scuro. Liberatevi di questo tipo di limiti.


15. Fate domande stupide. La crescita è alimentata dal desiderio e dall’innocenza. Valutate la risposta, non la domanda. Immaginate di imparare nel corso della vostra vita con lo stesso ritmo di un infante.


16. Collaborate. Lo spazio delle persone che lavorano insieme è pieno di conflitti, frizioni, dissensi, allegria, gioia, e un immenso potenziale creativo.


17. ____________________. Lasciato intenzionalmente vuoto. Lasciate dello spazio per le idee che non avete ancora avuto, e per le idee degli altri.


18. Restate svegli fino a tardi. Accadono strane cose quando vi siete spinti troppo in là, restando svegli per parecchio tempo, lavorando sodo, mentre siete separati dal resto del mondo.


19. Lavorate sulle metafore. Ogni oggetto ha la capacità di rappresentarne qualche altro rispetto a ciò che sembra. Lavorate su quella rappresentazione.


20. Valutate con attenzione i rischi. Il tempo è genetico. L’oggi e figlio di ieri e padre del domani. Il lavoro che producete oggi creerà il vostro futuro.


21. Ripetetevi. Se qualcosa vi piace, fatela ancora. Se non vi piace, non fatela più.


22. Costruitevi i vostri strumenti personali. Mescolate i vostri strumenti per creare oggetti unici. Soltanto strumenti semplici che sono vostri possono aprire nuove strade per l’esplorazione. Ricordate, gli strumenti amplificano le vostre capacità, quindi anche un piccolo strumento può fare una grande differenza.


23. State sulle spalle di qualcuno. Potete viaggiare molto più velocemente se trasportati sui risultati di chi vi ha preceduti. E la vista è molto migliore.


24. Evitate il software. Il problema del software è che tutti lo possiedono.


25. Non fate pulizia sulla vostra scrivania. Al mattino potreste trovare qualcosa che non vedevate stasera.


26. Non partecipate ai concorsi. Non fatelo e basta. Non è buono.


27. Leggete soltanto le pagine di sinistra. Marshall McLuhan faceva così. Diminuendo il carico di informazione, lasciamo spazio per ciò che egli chiamava il nostro fantasticare.


28. Create nuove parole. Espandete il lessico. Le nuove condizioni richiedono un nuovo modo di pensare. Il pensiero richiede nuove forme di espressione. L’espressione genera nuove condizioni.


29 Pensate con la vostra testa. Dimenticate la tecnologia. La creatività non è periferica-dipendente.


30. Organizzazione = Libertà. Il vero innovamento nel design, e in altri campi, compare in un contesto. Questo contesto coincide normalmente con una forma di scoperta organizzata in cooperazione. Frank Gehry, ad esempio, era in grado di realizzare Bilbao perche il suo studio poteva supportarne il budget. Il mito di una divisione tra “creativi” e “uomini in giacca e cravatta” è ciò che Leonard Cohen chiama ‘un artificio affascinante del passato’.


31. Non fatevi prestare soldi. Suggerisce ancora una volta Frank Ghery. Tenendo sotto controllo le finanze, manteniamo il controllo dell’aspetto creativo. Non si tratta di un compito che richieda conoscenze spiccate, tuttavia sorprende quanto sia difficile mantenere questa disciplina, e sorprende quanti siano i fallimenti a tal proposito.


32. Ascoltate con attenzione. Ognuno dei collaboratori che entra nella nostra orbita porta con sé il proprio mondo, che è molto più complesso di quanto chiunque possa sperare di immaginare. Ascoltando in particolare i dettagli e la specificità dei loro bisogni, desideri, ambizioni, incorporiamo il loro mondo nel nostro. Né l’una né l’altra parte rimarranno le stesse.


33. Esplorate il mondo. La gamma di opportunità che il mondo vi offre è più grande del vostro schermo televisivo, o di internet, o ancora più grande di qualunque ambiente di simulazione grafica creato al computer, sia che esso sia immersivo, interattivo, con grafica dinamica, orientato agli oggetti, in tempo reale.


34. Fate errori con rapidità. Questa non è una mia idea, l’ho presa da qualcun altro. Credo appartenga a Andy Grove.


35. Imitate. Non abbiate paura di ciò. Provate ad avvicinarvi il più possibile. Potreste non imbroccare la via giusta e la separazione coi risultati potrebbe essere seriamente visibile. Dobbiamo osservare la versione che Richard Hamilton ha realizzato del calice di vetro di Marcel Duchamp per accorgerci di quanto l’imitazione come tecnica sia ricca, discreditata e sottoutilizzata.


36(*). Scat. Quando vi dimenticate le parole fate ciò che fece Ella (Fitzgerald) semplicemente dite qualcos’altro…ma non parole.
(* Il canto scat non prevede l’uso di parole compiute, bensì di fonemi privi di senso dal suono accattivante. )


37. Rompete, allungate, contorcete, frantumate, rompete, piegate.


38. Esplorate l’altro lato. Ci è data una grande libertà quando evitiamo di risolvere le cose con gli strumenti tecnologici. Non riusciamo a sbrogliare la matasse perché la stiamo calpestando. Provate a utilizzare tecnologie obsolete e rese più economiche dai tempi, ma ancora ricche del loro potenziale.


39. Pause caffè, giri in macchina, sale d’attesa. La crescita reale spesso avviene negli interstizi, fuori dagli spazi in cui cerchiamo di trovarla, — quelli che il Dr. Seuss chiama “i luoghi dell’attesa”. Hans Ulrich Obrist una volta organizzo una conferenza dedicata alla scienza e all’arte con tutte le infrastrutture della conferenza, la festa, le discussioni, i pranzi, gli arrivi in aeroporto, ma senza dare luogo alla conferenza. Apparentemente il fenomeno fu un enorme successo e diede il via a collaborazioni attive ancora oggi.


40. Evitate le specializzazioni. Saltate le staccionate. I confini disciplinari e i regimi di regolamentazione sono tentativi di tenere sotto controllo l’aspetto selvaggio di una vita creativa. Essi sono spesso comprensivi sforzi per mettere ordine a ciò che è disordinato e complesso, in un processo di evoluzione. Il nostro mestiere è quello di saltare le staccionate e evitare le specializzazioni.


41. Ridete. La gente che visita lo studio nota spesso che ridiamo molto. Da quando mi sono accorto di questa cosa l’ho adottata come barometro della tranquillità con cui stiamo esprimendo noi stessi.


42. Ricordate. La crescita è possibile soltanto come prodotto di una storia. Senza la memoria l’innovazione è mera novità. La storia da una direzione alla crescita. Tuttavia la memoria non è sempre perfetta. Ogni memoria è un’immagine degradata o composta di un momento o un avvenimento precedente. Ciò che ci rende consapevoli della sua qualità è il passato, non il presente. Ciò significa che ogni memoria è nuova, una costruzione parziale che differisce a seconda della sorgente, e, in quanto tale, essa stessa un potenziale elemento della crescita.


43. Date potere alle persone. Il gioco funziona soltanto quando le persone sentono che hanno il controllo delle loro vite. Non possiamo essere liberi professionisti se non siamo liberi.


(versione del testo Luciano Pagano, originale disponibile su www.brucemaudesign.com/manifesto.html)

India - impressioni

foto by Maura

Il nostro viaggio in India di maggio ha preso origine da un'ottima occasione: il matrimonio di due amici di New York. Lo sposo,originariamente indiano, è figlio di un esperto di iconografia ed estetica induista.
Che beata ingenuità da parte mia pensare come prima cosa alla magia della cerimonia induista in Rajastan, ai tre giorni di banchetti, ai sari....
Pur avendo preparato il viaggio con letture e documentazione adeguata, dato che avremmo girato varie regioni, il paese si è rivelato comunque molto al di là della mia immaginazione!
Per degli occidentali come noi, con tutti i principi etici ma anche i sensi di colpa dell'Occidente nel cuore, difficile dire se un paese come questo ci può piacere, senza ridiscutere il concetto stesso di "piacere".
Se "piacere" significa che apprezzeremo visivamente le bellezze del luogo, sicuramente si.
Ma dalle bellezze bisogna chirurgicamente asportare il perpetuo degrado che le avvolge!
Se valutiamo la società e la vita quotidiana a cui si assiste, beh, la risposta è che non ci possono piacere.
Se aggiungiamo le sensazioni corporee (temperatura 48°C, umidità 100%), l'olfatto (miasma incontenibile), l'udito (traffico) ci sono momenti da fuga.
L'India del 2010 mi è sembrata tuttora quella descritta da Pasolini cinquant'anni fa. Un pò meglio o un pò peggio. Le mucche sono ancora scheletri ambulanti, i bambini sono ancora magrolini, non mi si dica che stanno ormai tutti bene. Molta gente dorme ancora per strada, il randagismo dei cani e dei gatti strappa quel poco di cuore che ti resta. Certo non ho mai visto, come anche lui ha scritto, tristezza sui volti delle persone. E non ho avuto modo di sentirmi triste a mia volta, per il grande ammontare di stimoli continui a cui ero sottoposta.



Forse ci tornerò un giorno, per vedere più da vicino quello che mi è sembrato un tutto affascinante e terribile.
Paradiso e inferno uniti insieme su questa terra.
Di sicuro lì c'è qualcosa che da noi è perso.
Ma al momento della partenza, non mi è dispiaciuto sapere che casa mia era altrove...
 
Maura

martedì 27 luglio 2010

Incontri creativi - Leslie Oschmann

Anthropologie e' uno dei miei negozi favoriti - da anni!!
Fino ad un anno fa , noi poveri eruropei, dovevamo accontentarci di visitare il loro web oppure di volare negli USA ogni volta che volevamo fare incetta dei loro prodotti, poi finalmente lo scorso anno aprirono nel centro di Londra, e prossimamente un nuovo negozio aprira' a Parigi.
Allora vi chiederete cosa abbia di cosi speciale questa catena di articoli femminili e per la casa. Be' intanto non si tratta della solita catena. I prodotti vengono selezionati in giro per il mondo e scelti tra giovani designers emergenti & artigiani.  La "donna" Anthropologie e' una persona creativa con un particolare gusto vintage vagamente romantico e retro. Molto importante e' la presentazione del catalogo in ogni negozio. Le loro vetrine hanno sempre un tema ed ogni angolo adibito alla vendita e' curato nei minimi dettagli, dal colore al tipo di carta che decora i muri fino all'arredo.
Visitare questi negozi e' una stimolazione mentale altamente creativa, non solo si trovano articoli di abbigliamento originali, ma anche libri e cosmetici selezionati. Non si tratta di visitare un grande magazzino, ma piu' semplicemente durante ogni visita e' come essere trasportati nel mercatino speciale di Parigi, o sulla piazza di Marrakesh, o nella galleria di un antiquario.

Dopo questa lunga premessa capirete la mia eccitazione nello scoprire che la loro Visual Director si era trasferita da poco ad Amsterdam dove viveva e lavorava.


In una calda giornata di luglio feci cosi la conoscenza di Leslie Oschmann, una simpatica signora americana che aveva lasciato Anthropologie dopo nove anni di collaborazione artistica. Dopo aver viaggiato in Europa ed essersi riposata per qualche anno, Leslie aveva dinuovo ripreso la produzione artistica.

Dal suo studio in Amsterdam, si occupa di "ri-inventare" oggetti che trova sui mercatini locali.
Queste borse sono una delle sue ultime creazioni, carine non vi pare?! Non c'e' da meravigliarsi che uno dei suoi maggiori clienti sia.......proprio Anthropologie! Io spero di andare presto a visitare il suo studio, stiamo anche parlando di una possibile collaborazione.....si vedra'. Intanto Anthropologie si sta preparando ad aprire una quarantina di negozi in tutta Europa....preparatevi miei cari!!!!
Scommetto che anche gli italiani ne saranno entusiasti.

Giornate lente d'estate

foto by Shona Anderson

Cari Amici,
ieri un susseguirsi di temporali ha fatto calare la temperatura verso i venti gradi.
Cosi oggi un bel sole caldo fa piacere, dato l'aria fresca. Vi state forse preparando per le vacanze? Noi qui abbiamo ancora un po' di lavoro prima di goderci alcuni giorni liberi. Non so ancora cosa faremo, il verde qui in giro abbonda, pensavamo di organizzare un picnic nella campagna Olandese.

foto by Justin & Mary Marantz

E voi? avete qualche meta o passatempo preferito per trascorrere queste giornate estive?

domenica 25 luglio 2010

New York - note di viaggio

l'installazione dei fratelli Starn sul tetto del Metropolitan 
 foto Valentino C.


Ok, prometto che questo e' l'ultimo post su NY, in caso siate intenzionati a trascorrere qualche giorno in questa grande metropoli eccovi alcune note di viaggio su posti e trends che ho notato durante il mio soggiorno:
*la poetica installazione dei fratelli Starn al Metropolitan Museo, un bellissimo nido in bambu', una struttura


organica che viene migliorata, controllata e ri-inventata ogni giorno dai due fratelli.

*il nostro hotel - Marcel at Gramercy - aveva una bellissima lounge con terrazzo, la vista era impeccabile al tramonto e alba. Gramercy è un quartiere molto carino; vanta numerosi edifici storici, che si trovano principalmente attorno a Gramercy Park. Ciò che gli abitanti apprezzano della zona sono soprattutto la tranquillità, la sicurezza, l’esclusività delle organizzazioni che hanno sede qui (quali il Players’ Club, la Poetry Society of America e il National Arts Club), oltre alla grande quantità di ottimi ristoranti e luoghi di cultura. Gran parte degli edifici sono case unifamiliari e brownstone; tuttavia, in anni recenti, è stata avviata la costruzione di nuovi condomini e di grattacieli, che hanno reso questa zona esclusiva più accessibile ai nuovi arrivati.
*TOMS - scarpe usate da quasi tutte le modelle che ho incontrato, una specie di espadrillas, con progetto umanitario al seguito, per ogni paio di scarpe vendute viene donato il valore di un altro paio in beneficienza


*in una torrida NY, con temperature da forno, non c'e' niente di piu' rilassante di una visita alla Sally Spa - un centro vicino al nostro hotel, dove esperte signorine coreane ti indulgiano in un pedicure & manicure come non ne ho mai trovato - leggi che resitesteva una settimana! I prodotti di ESSIE sono i piu' usati in NY. Per chi come me non ama le mani in colori troppo vibranti, offre un' incredibile gamma di colori nudi e toni naturali che e'impossibille da trovare qui in Olanda. Date anche un' occhiata al loro simpatico blog. Fatemi sapere se trovate questa marca in Italia......
*il FIT ha anche un museo, purtroppo, sepur locato vicino al palazzo delle mie lezioni, dato l' intenso programma del mio corso, non sono riuscita a visitarlo. La mostra del momento (aperta fino a Novembre) era inerente la moda ecologica. Date un' occhiata qui per una preview.

venerdì 23 luglio 2010

New York - il servizio fotografico

Daphni - Elite NY
La prossima volta che sfogliate una rivista di moda vi prego di considerare l'incredibile ammontare di lavoro che richiede un servizio fotografico. Sembra semplice, ma in realta' e' un lavoro di team, dove il Fashion Director e lo stilista ricoprono un ruolo importante.
Nel mio caso, il mio gruppo al FIT doveva creare un servizio fotografico per la rivista Visionaire.
Si tratta di una rivista alquanto esclusiva - ogni numero costa 100 dollari - che vuole stimolare i professionisti del mondo della moda, offrendo una combinazione tra arte, moda e fotografia.
Io non conoscevo questa rivista americana, ma una notte di ricerca on line fa miracoli, ed il giorno dopo sapevo che un servizio di moda per Visionaire non era il solito "servizio".
Con il mio gruppo decidemmo di andare alla ricerca della modella dal look trasgressivo, drammatico ed un po' concettuale che ci sembrava adatto al tono della rivista.
La super mega agenzia di moda Elite NY, sembrava aver a dispozione alcune ragazze.

Dopo una attenta visita a varii grandi magazzini - grazie ai contatti del FIT visitammo piani non aperti al pubblico dove i capi usati per altri servizi fotografici, sfilate vengono conservati - la scelta degli abiti cadde su alcuni capi rigorosamente di colore nero, in tessuti particolari, come il capo da guerriero in broke' trovato nel negozio della 5th Avenue Blanc de Chine.

Alle 9.00 di una caldissima - 42 gradi -  mattina di luglio, ci ritrovammo presso lo studio del fotografo Michael Craegh, non lontano da Time Square.
La make up artist Yuko Takahashi e lo stilista dei capelli, Jerry Lopez ci aspettavano per preparare la modella per il servizio fotografico finale. Lasciatemi dire che non e' facile descrivere un' acconciatura o un certo effetto trucco a parole...certo avevamo portato diverso materiale fotografico, ma la bravura degli artisti del make up e acconciature si vede proprio in questi casi. Infatti sia Yuko che Jerry furono subito capaci di tradurre le nostre idee nel look della modella.

prima della foto

Michael Creagh foto - Anna+Maria Jose', Fabiana, Sydjea, Yumiko e Christine Styling



prima della foto

Michael Creagh foto - Anna+Maria Jose', Fabiana, Sydjea, Yumiko e Christine Styling




Cosa ne pensate? dite che Visionaire sarebbe felice di pubblicarle???

mercoledì 21 luglio 2010

New York - al FIT e visita al Mac

Non lasciatevi intimidire dalla grandezza del palazzo, il FIT, si snoda su tre enormi costruzioni sulla 7th Avenue, una strada trafficatissima. Una volta entrati e' come ogni altra scuola, caotica e creativa, corridoi enormi dove le tracce di vita degli studenti (in questo caso modelli di abiti, mannequins ed altro) erano ancora li a ricordare che l'anno scolastico era appena terminato.
A rompere il gielo fu Marissa, giovane designer del New Jersey ( attiva sul suo blog dove scrive di moda), che come me era arrivata in anticipo. Fui contenta di notare che il gruppo non era fatto di sole vent'enni, perfortuna c'erano ragazze di varie eta', esperienza e provenienza (Messico, Brasile, Australia e Canada).
Barbara Berman e Adrienne Weinfeld-Berg ci avrebbero guidato ed ispirato durante la durata del corso.
Barbara si occupa della coordinazione dei guardarobi delle modelle durante le sflilate di moda a NY, lavora regolarmente per Valentino ed Oscar del la Renta, ma il suo gruppo ( ha con se molte -60- giovani assistenti) si occupa anche di vestire gente del mondo dello spettaccolo (interessante la storia di come Diana Ross non si faccia mai vedere da nessuno, Barbara le dovette passare gli abiti, durante un concerto, dalla porta mentre le guardie del corpo la controllavano a vista), gente della televisione o di curare il look di matrimoni di divi di Hollywood.
                                                                       Barbara
Adrienne e' invece una editrice di moda, con esperienze ventennale, tra le varie riviste con le quali collabora ci sono Vogue Bambini (dove i suoi due figli posavano come modelli), Vogue Gioielli, e molte altre.
                                               
                                                                          Adrienne
Entrambe le tipe erano creative, egocentriche e simpatiche, prendevano terribilmente sul serio il modo della moda ed ODIAVANO immediatamente chi arrivava con un minuto di ritardo!
Tra una parte teorica del corso e l'altra erano comrpese varie visite all'industria, interessante la visita al loft della casa cosmetica MAC, situato vicino al Flat Iron, uno dei primi grattacieli degli anni 20'.

                                      
                                     
                                     
Qui i make-up artists cercano ed sperimentano combinazioni nuove per le sflilate di moda. Questo laboratorio e' solo accessibile ai professionisti, non e' il solito negozio di cosmetica. Fatima Thomas, una degli artisti della sede di NY ci mostro' un esempio di come sia semplice donare una certa luminosita' al volto con l'uso di pochi prodotti dal colore naturale. Ogni stagione questi artisti aiutano i designer di moda nel creare e lanciare un nuovo look.

domenica 18 luglio 2010

New York - 4 Luglio

New York offre innumerevoli occasioni di intrattenimento. Quando pianificai il mio viaggio non mi accorsi che sarei stata in citta' per il 4 di Luglio, la Festa dell' Indipendenza Americana.
Questa giornata viene celebrata intensamente, con famiglia, amici, al mare o in campagna, organizzando i barbeque tanto amati dagli americani, poi quando il sole cala tutti aspettono i fuochi d'artificio.


A NY, la citta' si era svuotata per il fine settimana, la calura (30 gradi) era insopportabile, cosi, io e il mio Big Brother, che decise di visitare la citta' per la prima volta, ci rifugiammo presso il nuovo museo d'arte contemporanea New Museum locato su Bowery Street.

L'edificio e' molto interessante dal punto di vista archittettonico, progettato da Sejima + Nishizawa/SANAA e dall'americano Gensler, ricorda una pila di scatole, rivestite da una struttura in alluminio annodizzato che riflette la luce sulle pareti.


Dopo una giornata di musei e camminate per la city decidemmo di unirci ai giovani di New York presso L'Hight Bar, un nuovo lounge bar sulla terrazza di un grattacielo nella zona West Side.


Dalla vista panoramica della terrazza dell'Hight Bar si potevano vedere bene i fuochi, tanto attesi dai locali e che personalmente trovai alquanto normali per una citta' dalle risorse economiche come New York. Spettacoli pirotecnici a parte la citta' ci aveva gia' conpletamente assorbito, ed eravamo solo all'inizio della nostra permanenza.........

martedì 13 luglio 2010

A Casa - Home







foto Bart Nijssen & Nichon Glerum

Cari Amici di Blog,
eccomi a casa, finalmente, ho un milione di storie da raccontarvi e cose da dividire con voi, ma oggi me la voglio prendere con calma.
Invece vi parlo di questo libro, un progetto dei mie due studenti olandesi, Bart Nijssen e Nichon Glerum, due designers con i quali ho collaborato piacevolmente.
La loro esperienza di vita, due anni di studio in un gruppo multiculturare, e' racchiusa in questo libro, che celebra lo spazio chiamato "casa".  Mi hanno chiesto di scrivere una prefazione, cosi sono anch'io nel libro. Lo considero un onore ed oggi.........che e' il mio compleanno, voglio dividere la gioia con tutti Voi.

Anna

TESTO della PREFAZIONE - scusate ma al momento l'ho solo in inglese
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

I get to know a new group of Masters Students at the end of each summer; young international designers selected world wide. Sometimes they come with husbands, wives or young children. They travel light, carrying mostly a strong desire to learn and a wish to develop in different creative directions.


It is amazing how they re-arrange their lives in a new country in matter of days. A few clever vintage findings and their designer eye will results in spaces where they can work, relax and even party, without to compromise their culture or traditions.

At the Design Academy Eindhoven Interesting discussions and long hours of work are waiting ahead. Some moments of drama and a rollercoaster of creative pleasures combined with frustrations will scar their souls. They will combat daily in an imaginative field made of intensively high rewarding discoveries, multicultural discussions and designer’s dilemmas.

I will be present, fulfilling my role a bit tutorial, and a bit pastoral.

They reminds me of how much energy and courage it takes to leave everything behind. I understand them deeply, having made the same choice years ago, moving from Italy to the Netherlands.
This understanding will be our secret pact, we will unavoidably share the price of this decision.
It will be part of the struggle for becoming a better designer.